martedì 12 settembre 2023

3-2-1 Backup! (Quello sconosciuto)

Ormai sta entrano nel gergo comune: "Hai fatto il backup?" o "Devo fare il backup".

Generalmente questa espressione viene utilizzata con il significato corretto, ma applicata in modo assolutamente inadeguato.

Il backup, per definizione, è il salvataggio di informazioni (digitali) su un supporto differente dall'originale.

Fino a qui sembrerebbe scontato, ma molte persone pensano ancora che sia sufficiente tenere una doppia copia dei propri files copiandoli in una cartella secondaria del proprio hard disk!

Nulla di più sbagliato: riduzione drastica dello spazio disponibile e totale inutilità! (In caso di guasto del supporto perderemmo tutto).

Facciamo quindi un po' di chiarezza.

La regola del 3-2-1 backup

Questa semplice regola è diventata celebre grazie ad un noto fotografo, Peter Krogh, che ha affermato:

Esistono due tipologie di persone: quelle che hanno già avuto un problema relativo ad un guasto nel sistema di salvataggio e quelle che ne avranno uno in futuro.

(​Peter Krog)

Vediamo cosa dice questa regola più nel dettaglio.

  • Bisogna possedere almeno 3 copie dei nostri dati 
  • Bisogna conservare queste copie su almeno 2 supporti differenti
  • Bisogna conservare almeno 1 copia del backup fuori sede (offsite)

3 copie dei dati

La prima copia, ovviamente, è quella originale, quella dei dati di partenza. Generalmente è il supporto primario dove lavoriamo ad esempio l'hard disk del nostro computer. A questa se ne devono aggiungere altre due di backup per un totale di tre copie.

Se facciamo due calcoli statistici potremmo ipotizzare una probabilità pari ad 1 su 100  che il nostro dispositivo si guasti compromettendone i dati. Ovviamente tale probabilità può essere attribuita anche al secondo supporto portando le probabilità di guasto simultaneo a 1/100 * 1/100 = 1/10.000 (Una su diecimila)

Se facciamo lo stesso calcolo considerando anche il terzo supporto i numeri diventeranno:

1/100 * 1/100 *1/100 = 1/1.000.000 (Una su un milione!)

2 supporti differenti per conservare le copie

Il motivo per cui non è assolutamente consigliato salvare una delle nostre copie sullo stesso dispositivo dei dati penso che sia ormai chiaro a tutti. Se non lo fosse, pensiamo a cosa accadrebbe se il disco fisso su cui risiedono i dati originali e la copia stessa si rompesse! Per questo motivo si consiglia di salvare una copia su una chiavetta USB, ad esempio, ed un'altra su un altro disco o su un DVD ecc.

1 Una copia deve essere conservata offsite (fuori sede)

Supponiamo di avere le nostre tre copie di dati, una sul nostro computer, una su una chiavetta USB e la terza su un disco esterno e di lasciare tutto così com'è in casa od in ufficio. Se malauguratamente dovessimo subire un furto o, peggio ancora, un incendio ad esempio, tutte le copie dei nostri documenti andrebbero perse.

Ecco perché sarebbe il caso di portare all'esterno, magari in un altro edificio o città una delle nostre copie.

Anche se questa soluzione sembra un po' scomoda, ricordiamo che oggi sono moltissimi i servizi di web storage basati sul cloud che ci permettono di copiare i dati "lontano" dal nostro pc, mettendoli così al sicuro


domenica 10 settembre 2023

Quest'estate...

Sono anni che in aula ripeto ai miei studenti che non si debba mai smettere di imparare. Incito le persone a mettersi in gioco, superando i propri limiti semplicemente credendo in sé stessi e cogliendo dal mondo esterno ogni insegnamento possibile.
"Imparare ad imparare" è una delle frasi che ripeto costantemente perché per me è più importante "sapere di non sapere" che sapere e basta.
Sprono le persone di ogni età a mettersi in gioco, anche quando la vita sembra remare contro. Incito a seguire i propri sogni e lavorare affinché si realizzino anche se per gli altri sembrano futili o utopici.
Già, questo è quello che ho sempre detto. Quest'estate, quando tutto sembrava andare nel verso sbagliato, ho voluto dimostrare, a me stesso in primis, che quelle parole avevano realmente un peso ed una valenza.
Dato che ogni persona può insegnarci qualche cosa ho cercato un lavoro che mi permettesse di stare a contatto con più persone possibili. (Veramente tante vi assicuro).

Ho voluto iniziare dal basso, spero con umiltà, ascoltando sempre quello che ogni mio "insegnante" mi offriva cogliendo da ognuno quegli aspetti unici ed a volte velati che rendono ogni persona un insegnante prezioso.
Tornare ad imparare! Che sensazione piacevole.
Anche se questa esperienza è stata la conseguenza di una serie di dolorose avversità, sarà comunque stata un'esperienza edificante, che mi permetterà di tornare in aula con un bagaglio maggiore da condividere, con esperienze che potranno essere d'aiuto anche ai miei studenti.
Ora mi trovo io a ringraziare tutti (e sono veramente tanti) i miei insegnanti di percorso e le centinaia di persone che, se anche per brevi istanti, hanno contribuito a realizzare tutto ciò.
Quindi più che mai: impariamo ad imparare!


venerdì 18 agosto 2023

Ho bisogno che qualcuno mi tenga coi piedi per terra...





Un palloncino che vola troppo in alto deve ricordarsi di scendere a terra ogni tanto per poter tornare e volare come una mongolfiera.


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domenica 29 gennaio 2023

La via della felicità per Epicuro (e non solo)

 

Per essere felici dobbiamo liberarci dai turbamenti inutili.

(Epicuro)



Problemi e turbamenti ci accompagneranno per tutta la vita, nessuno lo vuole negare.

L’obiettivo non è dunque quello di ottenere un’esistenza priva di difficoltà o problemi, perché sarebbe un'utopia.

Quello che ritengo interessante è racchiuso nella parola "inutile"... 

Come dice il termine stesso, inutile è "non utile" cioè senza utilità. Come trovare una definizione differente? D’altronde come potrebbe un turbamento essere utile? Sarebbe un’assurda affermazione.

Cerchiamo di procedere con il mio ragionamento e soffermiamoci questa volta sul significato di “Turbare” e vedremo che è etimologicamente il “creare confusione”. Anche in questo caso il significato di “confusione” è più che esaustivo: indica "fondere con" (con-fusione) cioè mettere assieme.

Ed arriviamo finalmente al nocciolo della questione; nel nostro specifico caso proprio il “mettere insieme”. Infatti, nella confusione si fondono, si mescolano, si metto assieme turbamenti che per loro natura sono necessari per raggiungere degli obiettivi, dei fini primari, ma inevitabilmente si mischiano a turbamenti che ci spingono a raggiungere traguardi questa volta decisamente non utili.

Facciamo un esempio per estremizzare e semplificare al tempo spesso  il ragionamento: dover trovare il cibo è un turbamento "utile" perché altrimenti non potremmo sopravvivere. Vestirsi è un turbamento utile altrimenti moriremmo di freddo, ma cercare del cibo raffinato o un vestito firmato NON possono essere considerati turbamenti utili ed andrebbero eliminati. Su questa falsa riga possiamo trovare mille esempi certamente molto più significativi dei miei.

Certamente ognuno di noi ha decine e centinaia di turbamenti, ma cercando di focalizzare quali siano realmente "utili" ci accorgeremo che quel numero diminuirà drasticamente permettendoci di concentrarci sui turbamenti che sono realmente "utili" realmente degni dei nostri sforzi, delle nostre fatiche e sofferenze.

Non necessariamente dobbiamo pensare ad un'utilità di sopravvivenza nel senso stretto della parola, ma è certo che se perdiamo di vista gli obiettivi "utili" che ci porremo nella nostra vita verremo soffocati dall'inutilità di aver rincorso la confusione; vedremo crescere attorno al nostro sentiero una fitta foresta, intricata dalla quale non riusciremo più a trovare la via d’uscita.

Abbattiamo, dunque, quegli alberi che non hanno un reale fine, che servono solo a coprirci l’orizzonte, che creano confusione e la via della felicità sarà sempre più luminosa, chiara e sgombra da inutili turbamenti.


lunedì 26 dicembre 2022

Il peso di un byte

Devo dire che sentir parlare di peso nel mondo dell'informatica ogni volta mi sembra un po' fuori luogo. Quando parliamo di peso ci sentiamo legati al mondo fisico, a quello che ci circonda: il peso di un libro, di un foglio di carta, di un mattone ecc.
Se ci trasferiamo nel mondo dell'informatica, decisamente meno reale, inizieremo a parlare di peso di un file o di un programma, ma già sappiamo che non esiste una bilancia per misurarli.
Già perché in questo scenario, i pesi corrispondono alla somma dei bytes che compongono un file e non dei grammi.
​Facciamo un passo indietro e definiamo prima di tutto il significato di byte.
Spazio di memoria necessario a memorizzare una qualsiasi lettera dell'alfabeto, numero o simbolo.
In poche parole, quando premiamo un tasto sulla tastiera e vogliamo che la lettera generata rimanga salvata sul disco (o nella memoria del computer) quella lettera occuperà un byte.
Se scrivo CASA avrò bisogno di 4 Bytes, se scrivo GIRAFFA di 7 e così via.
Dobbiamo però ricordare che un byte non è altro che l'insieme di 8 bit.
Il bit è l'elemento più piccolo in informatica e può assumere solo valore zero od uno.
Il bit si comporta un pò come un interruttore: acceso o spento, vero o falso ecc.
Per permettere la memorizzazione di più valori dobbiamo considerare dei gruppi di otto bit, delle sequenze, le cui combinazioni possono generare 256 varianti.
Ad esempio:
binario 00000001 = decimale 1 (peso 1 Byte)
binario 00001000 = decimale 8 (peso 1 Byte)
binario 01000001 = decimale 65 (peso 1 Byte)
binario 11111111 = decimale 255 (peso 1 Byte)
Ad ognuna di queste combinazioni è stato attribuito un significato, un simbolo ed il tutto è stato condiviso a livello planetario attraverso la tabella dei codici ASCII.
In questo modo, tutti i computer del mondo, interpreteranno la sequenza 01000001 (numero 65) come la lettera A maiuscola.
Fin qui tutto chiaro? Benissimo. Proseguiamo con il nostro discorso alla ricerca del "peso" di un byte.
Pensiamo ad un litro di acqua, che come ben sappiamo pesa un chilogrammo; in questo caso non abbiamo nessun problema ad immaginarlo né a confrontare questo peso con quello di una vaschetta di prosciutto da cento grammi.
Anche se la nostra attenzione si sposta su una bicicletta riusciamo agilmente ad immaginarne il peso (più dell'acqua e meno di un tavolo, ma simile ad una sedia ecc.). Questa unità di misura è cablata nella nostra mente e ne siamo realmente consapevoli.
La stessa cosa, però, non avviene con i bytes. Sapere che un file occupa 9.000 bytes o che un programma occupa 10 mega bytes o che la memoria del nostro cellulare è di 32 giga bytes ci dà solo un'ordine di grandezza, ma non abbiamo sufficienti elementi di confronto per "comprenderla" appieno.
Se vogliamo fare ordine in tutto questo discorso, dobbiamo assolutamente creare dei riferimenti nel mondo che conosciamo, dei punti di riferimento ben definiti.
Partiamo proprio dal concetto di carattere: abbiamo detto che il byte è lo spazio occupato per memorizzare un carattere. Vi posso dire che una pagina in formato A4 (quella di un libro di testo scolastico ad esempio) contiene circa 2.000 caratteri.
Se facciamo due calcoli, pensando ad un libro come "Harry Potter e la pietra filosofale" di 350 pagine circa arriveremmo a 700.000 caratteri e quindi 700.000 Bytes (700 KB).
Proviamo ad analizzare ora un'opera decisamente più corposa: l'enciclopedia Treccani. Ben 10 volumi per un totale di 9.200 pagine! Qui possiamo arrivare anche a 3.000 caratteri per pagina (font abbastanza piccolino, ma ancora leggibile). Il "peso" dell'enciclopedia sarebbe a questo punto di 27.600.000 (milioni) Bytes pari a 27 MB (Mega Bytes).
Multipli del byte
Valore
8 Bit 
1.000 Bytes 
1.000 KBytes
​1.000 Mbytes
Unità
​1 B (Byte
1 KB (Kilobyte)
1 MB (Megabyte)
​1 GB (Gigabite)
Rapporto in bytes
1 Byte
1.000 Bytes
1.000.000 Bytes
​1.000.000.000 Bytes
Direi che i numeri si fanno interessanti ed i dati aumentano.
Ora teniamoci forte: se scattiamo una fotografia con il nostro smarthphone questa occuperà (avrà peso) tra gli 8.000.000 Bytes ed i 10.000.000 Bytes (tra 8 MB e 10 MB) circa un terzo dell'enciclopedia!
Ora siete in grado di "comprendere" meglio i nostri pesi, semplicemente pensando a quante fotografie risiedono sul nostro cellulare. In media in un anno si scattano 3.650 fotografie (10 al giorno) e quindi circa 29.000.000.000 Bytes (29 GB).
Solo così il nostro smarthphone contiene l'equivalente di 1.000 enciclopedie! Direi che il peso comincia a farsi sentire... Diamo come colpo di grazia uno sguardo alla memoria del nostro dispositivo: in media si va dai 64GB ai 128GB. Non basterebbe una vita a leggere tutte quelle pagine!
Bene, ora capite perché sorrido quando mi dicono "ho finito i giga" o "non ho abbastanza giga!". Penso che gran parte del sapere di tutta l'umanità potrebbe essere racchiuso in ognuno dei nostri cellulari... sei sicuro di poter sostenere un così grande "peso"?

La cosa giusta

Sono sempre più convinto che il mondo possa essere migliorato e che ognuno di noi possa farlo semplicemente tirando fuori il proprio lato positivo, così, semplicemente per il fatto che è talmente semplice che sarebbe un reato non farlo. Già fare qualcosa senza voler in cambio nulla, banalmente perché è giusto farlo, per il solo piacere di fare la cosa giusta.
Seguire i propri ideali ed accorgersi di non essere più soli nel sostenerli.
Vedere che man mano il mondo che stai ri-costruendo regge ai colpi della vita e quando questa si abbatte su di te costringendoti a terra, sentire che quel fuoco non si è spento e che una piccola fiamma ancora brucia in noi e non ci resta che darle un po' di fiato per rivederla emergere come una fenice più forte di prima.
Già, finché ci sarà fiato, perché ogni volta sembra che sia l'ultimo ed è sempre più difficile e doloroso donarlo a quella fiamma… Ogni volta senti che potresti non farcela, che il miracolo potrebbe non avvenire, ma man mano il tempo passa e più ti rendi conto che se quella fiammella si spegnesse, forse, ora qualcun altro la potrebbe custodire al posto tuo e tu potresti lasciarti andare e smettere finalmente di lottare.
Quella fiammella, così piccola, ma così potente, quel tizzone che ora brilla in molti occhi attorno a me e più guardi e più fiamme intravedi nel buio. Tutte assieme sono divenute un lieve bagliore, tremolante sì, ma ben chiaro.
È bello vedere che dopo tanti respiri donati, che dopo tanti respiri strappati dal petto, ora puoi persino ascoltarli, in una meravigliosa melodia, un unisono di voci che sussurrano quella melodia, la stessa che per una vita hai avuto in testa e che ora prende forma, ma le cui note non devi più scriverle col sangue delle utopie, né con le lacrime della speranza od il dolore degli ideali, ma ora sono scritte da quelle voci attorno a te…
Ora parlano per te, con te, sono quelle fiamme che hai pazientemente seminato a dirigere la più grande orchestra, la stessa orchestra che cambierà il mondo.
Ecco perché sono sempre più convinto che il mondo possa essere migliorato e che ognuno di noi possa farlo semplicemente tirando fuori il proprio lato positivo, semplicemente perché è l'unica cosa veramente giusta.
Auguro ad ognuno il piacere di provare tutto questo.

venerdì 3 luglio 2020

Avventura nel castello

Sono passati più di venti anni, ma il ricordo di "Avventura nel castelloè sempre rimasto molto vivo nella mia mente.
Di che parliamo? Ma della più famosa e, a dir mio, importante avventura testuale. Per lo meno in ambito italiano.
Già, poichè fu proprio frutto di un italiano, bresciano per la precisione, Enrico Colombini, che nel 1982 fece da pioniere ed aprì la strada ad una serie di "racconti/avventura" per pc.
La prima edizione fu scritta, in collaborazione con Chiara Tovena, per Apple ][, che tra l'altro fu anche il computer con cui la provai.
Ma come si fa a giocare un'avventura del tutto testuale, senza un suono nè un'immagine, senza poter sfruttare le attuali super mega corazzate schede video? E senza il mouse?
Impossibile e noioso!
Vi assicuro di no. Anzi, è assai più emozionante e coinvolgente di mille suoni o immagini 3D, poichè si unisce, ad una narrazione sobria e meticolosa, l'ingenio puro e l'arte dell'"arrangiarsi".
Quello che una buona avventura testuale dovrebbe dare e vi assicuro che Avventura nel Castello ci riesce appieno, è la fantastica sensazione di trovarsi a metà tra la lettura di un ottimo racconto e la magia di poter comunicare realmente col proprio computer che, per una volta, diventa meno freddo e più umano, a volte persino sciocco.
Niente sofisticati marchingegni per localizzare la nostra posizione, niente armi rumorose ed ingombranti, niente mouse con cui esplorare lo schermo, ma solo i nostri occhi che guardano nella nostra mente dove l'autore proietta immagini di raffinata qualità aiutandosi con le sole parole. Una vera e propria magia che dite?
Alla fine ci si arma di carta e penna e si annotano frasi ed indizi e si stila una mappa del luogo, scoprendo con entusiasmo e soddisfazione, nuove stanze e passaggi segreti.
Beh, se poi riusciamo anche a terminare il gioco la soddisfazione sarà immensa.

Ora basta, penso di aver detto fin troppo.
Qui di seguito trovate alcuni link che potrebbero essere utili.
Una nota: nella home page di Enrico Colombini, nella sezione "opere editoriali" è possibile scaricare, freeware, vari titoli di libri inerenti al discorso adventure.
Buona lettura e buon divertimento.

Come è nata Avventura nel castello
http://www.erix.it/retro/storia_cast.html
La home page di Enrico Colombini
http://www.bresciascienza.it/erix/index.html

3-2-1 Backup! (Quello sconosciuto)

Ormai sta entrano nel gergo comune: "Hai fatto il backup?" o "Devo fare il backup". Generalmente questa espressione vien...